NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo

Definizioni

I cookie sono piccoli file di testo che i siti visitati dagli utenti inviano ai loro terminali, ove vengono memorizzati per essere poi ritrasmessi agli stessi siti alla visita successiva. I cookie delle c.d. "terze parti" vengono, invece, impostati da un sito web diverso da quello che l'utente sta visitando. Questo perchè su ogni sito possono essere presenti elementi (immagini, mappe, suoni, specifici link a pagine web di altri domini, ecc.) che risiedono su server diversi da quello del sito visitato.

Tipologie di cookie

In base alle caratteristiche e all'utilizzo dei cookie si possono distinguere diverse categorie:

- Cookie tecnici. I cookie tecnici sono quelli utilizzati al solo fine di "effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica, o nella misura strettamente necessaria al fornitore di un servizio della società dell'informazione esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente a erogare tale servizio" (cfr. art. 122, comma 1, del Codice).Essi non vengono utilizzati per scopi ulteriori e sono normalmente installati direttamente dal titolare o gestore del sito web. Possono essere suddivisi in cookie di navigazione o di sessione, che garantiscono la normale navigazione e fruizione del sito web; cookie analytics, assimilati ai cookie tecnici laddove utilizzati direttamente dal gestore del sito per raccogliere informazioni, in forma aggregata, sul numero degli utenti e su come questi visitano il sito stesso; cookie di funzionalità, che permettono all'utente la navigazione in funzione di una serie di criteri selezionati al fine di migliorare il servizio reso allo stesso. Per l'installazione di tali cookie non è richiesto il preventivo consenso degli utenti, mentre resta fermo l'obbligo di dare l'informativa ai sensi dell'art. 13 del Codice, che il gestore del sito, qualora utilizzi soltanto tali dispositivi, potrà fornire con le modalità che ritiene più idonee.

- Cookie di profilazione. I cookie di profilazione sono volti a creare profili relativi all'utente e vengono utilizzati al fine di inviare messaggi pubblicitari in linea con le preferenze manifestate dallo stesso nell'ambito della navigazione in rete. In ragione della particolare invasività che tali dispositivi possono avere nell'ambito della sfera privata degli utenti, la normativa europea e italiana prevede che l'utente debba essere adeguatamente informato sull'uso degli stessi ed esprimere cosè il proprio valido consenso. Ad essi si riferisce l'art. 122 del Codice laddove prevede che "l'archiviazione delle informazioni nell'apparecchio terminale di un contraente o di un utente o l'accesso a informazioni già archiviate sono consentiti unicamente a condizione che il contraente o l'utente abbia espresso il proprio consenso dopo essere stato informato con le modalità semplificate di cui all'articolo 13, comma 3" (art. 122, comma 1, del Codice). Il presente sito non utilizza cookie di profilazione.

Cookie di "terze parti"

Visitando il presente sito web si potrebbero ricevere cookie da siti gestiti da altre organizzazioni ("terze parti"). Un esempio è rappresentato dalla presenza dei "social plugin" per Facebook, Twitter, Google+ o LinkedIn, oppure sistemi di visualizzazione di contenuti multimediali embedded (integrati) come ad esempio Youtube, Flikr. Si tratta di parti generate direttamente dai suddetti siti ed integrati nella pagina web del sito ospitante visitato. La presenza di questi plugin comporta la trasmissione di cookie da e verso tutti i siti gestiti da terze parti. La gestione delle informazioni raccolte da "terze parti" è disciplinata dalle relative informative cui si prega di fare riferimento. Per garantire una maggiore trasparenza e comodità, si riportano qui di seguito gli indirizzi web delle diverse informative e delle modalità per la gestione dei cookie.

Facebook informativa: https://www.facebook.com/help/cookies/ 
Facebook (configurazione): accedere al proprio account. Sezione privacy. 
Twitter informative: https://support.twitter.com/articles/20170514 
Twitter (configurazione): https://twitter.com/settings/security 
Linkedin informativa: https://www.linkedin.com/legal/cookie-policy 
Linkedin (configurazione): https://www.linkedin.com/settings/ 
Youtube\Google+ informativa: http://www.google.it/intl/it/policies/technologies/cookies/ 
Youtube\Google+ (configurazione): http://www.google.it/intl/it/policies/technologies/managing/ 
Pinterest informativa\configurazione https://about.pinterest.com/it/privacy-policy 
Flikr\Yahoo informativa http://info.yahoo.com/privacy/it/yahoo/cookies/details.html 
Flikr\Yahoo (configurazione) http://info.yahoo.com/privacy/it/yahoo/opt_out/targeting/details.html

Cookie analytics

WebTrends

Al solo fine di monitorare e migliorare le prestazioni del sito ci si avvale di un prodotto di mercato di analisi statistica per la rilevazione degli accessi al sito. Esso può ricorrere all'utilizzo di cookies, permanenti e non, allo scopo di raccogliere informazioni statistiche e sui "visitatori unici" del sito. I cookies, definiti come "Unique Visitor Cookies", contengono un codice alfanumerico che identifica i computer di navigazione, senza tuttavia alcuna raccolta di dati personali.

Google Analytics

Il sito include anche componenti trasmesse da Google Analytics, un servizio di analisi del traffico web fornito da Google, Inc. ("Google"). Tali cookie sono usati al solo fine di monitorare e migliorare le prestazioni del sito. Per ulteriori informazioni, si rinvia al link di seguito indicato:

https://www.google.it/policies/privacy/partners/

L'utente può disabilitare in modo selettivo l'azione di Google Analytics installando sul proprio browser la componente di opt-out fornito da Google. Per disabilitare l'azione di Google Analytics, si rinvia al link di seguito indicato:

https://tools.google.com/dlpage/gaoptout

Durata dei cookie

Alcuni cookie (cookie di sessione) restano attivi solo fino alla chiusura del browser o all'esecuzione dell'eventuale comando di logout. Altri cookie "sopravvivono" alla chiusura del browser e sono disponibili anche in successive visite dell'utente. Questi cookie sono detti persistenti e la loro durata è fissata dal server al momento della loro creazione. In alcuni casi è fissata una scadenza, in altri casi la durata è illimitata.

Gestione dei cookie

L'utente può decidere se accettare o meno i cookie utilizzando le impostazioni del proprio browser. 
Attenzione: con la disabilitazione totale o parziale dei cookie tecnici potrebbe compromettere l'utilizzo ottimale del sito. 
La disabilitazione dei cookie "terze parti" non pregiudica in alcun modo la navigabilità. 
L'impostazione può essere definita in modo specifico per i diversi siti e applicazioni web. Inoltre i browser consentono di definire impostazioni diverse per i cookie "proprietari" e per quelli di "terze parti". A titolo di esempio, in Firefox, attraverso il menu Strumenti->Opzioni->Privacy, è possibile accedere ad un pannello di controllo dove è possibile definire se accettare o meno i diversi tipi di cookie e procedere alla loro rimozione. In internet è facilmente reperibile la documentazione su come impostare le regole di gestione dei cookies per il proprio browser, a titolo di esempio si riportano alcuni indirizzi relativi ai principali browser:

Chrome: https://support.google.com/chrome/answer/95647?hl=it 
Firefox: https://support.mozilla.org/it/kb/Gestione%20dei%20cookie 
Internet Explorer: http://windows.microsoft.com/it-it/windows7/how-to-manage-cookies-in-internet-explorer-9 
Opera: http://help.opera.com/Windows/10.00/it/cookies.html 
Safari: http://support.apple.com/kb/HT1677?viewlocale=it_IT

Il responsabile del trattamento dei dati è A.N.M.I.C. Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili per qualsiasi informazione inviare una mail a webmaster@anmic.it

 

A A A

Quando un uomo si trova a compiere 60 anni, è normale che arrivi ad un momento importante della sua vita e si trovi ad affrontare un bilancio di ciò che ha fatto e di ciò che desidererebbe fare ancora. La vita di una Associazione ha una unica grande differenza con quella di un uomo: mentre la seconda, inevitabilmente, ha un termine, la prima continuerà anche dopo, quando non ci saremo più e dunque la nostra responsabilità nei confronti di un'Associazione come la nostra, è la stessa che abbiamo nei confronti dei nostri figli. Perché ciò che abbiamo fatto lo abbiamo fatto per loro e vorremmo che tutti i nostri sforzi andassero almeno a migliorare la vita di chi ci succederà.

L'ANMIC compie quest'anno 60 anni e per me non è solo l'onore che mi deriva dalla carica che ricopro ma anche un onore "personale" quello di poter guardare indietro ed affermare con certezza che questi decenni sono stati ricchi di grandi imprese, grandi battaglie, grandi soddisfazioni. E' inutile dire che, come ogni buon padre di famiglia, anche per chi guida una organizzazione così importante ci sono dei momenti di difficoltà, non dico rimpianti, ma certamente desideri ancora latenti, voglia di guardarsi indietro per ammirare ciò che si è fatto, ma anche necessità di guardare avanti come un esploratore che ha visto tutti i continenti ma capisce che il mondo ha ancora tanto da offrirgli; ecco, vorrei che per tutti noi lo spirito fosse ancora questo: quello di un esploratore che tanto ha viaggiato ma che vuole far crescere chi lo seguirà con l'assoluta certezza di non lasciare mai nulla indietro, con la caparbietà di un miglioramento costante, come un calciatore che ha vinto tutto ma vuole ancora stupire e fare gol. Quando tutto questo nacque, molti di noi non erano ancora nati; il Paese veniva da uno dei peggiori periodi che la storia dell'uomo abbia mai conosciuto e non solo l'Italia ma tutto il continente, forse tutto il mondo, usciva da un conflitto che aveva devastato gli uomini nell'anima, ancor prima che nel corpo. Erano gli anni in cui tutto era da ricostruire e, forse, l'uomo aveva dentro di sè un duplice sentimento che lo portava a un lato a piangere per tutto ciò che aveva visto nei terribili anni precedenti, ma che lo spronava, dall'altro, a voler uscire dal tunnel della fame, della guerra, dell'angoscia. Ed ecco allora che, come ogni buon padre, ci si rimbocca le maniche e si guarda avanti non tanto per noi quanto per dare un futuro migliore a chi si ama e che verrà dopo. Il Paese usciva distrutto, a pezzi, da un conflitto devastante; la gente aveva fame nel senso vero della parola. Molti mendicavano all'angolo delle strade e delle chiese. Erano gli anni in cui tutto andava ricostruito e sembrava impossibile che un gruppo di uomini, forse più sensibili di altri, decidessero di fare qualcosa per dare un futuro a tutti coloro che erano usciti martoriati dal decennio precedente. E' il 1956, l'anno in cui Roma è coperta da una fitta nevicata. Ci si vede a Taranto, chissà forse casualmente, per quel destino che unisce gli uomini, come in un film già scritto: 11 persone fondano l'ANMIC e danno vita a quella che per molti sarà non solo l'organizzazione dei disabili, ma lo scopo della loro vita. Il momento è di quelli solenni e forse neanche loro sono pienamente consapevoli che, da quel giorno, quei pochi fogli stilati davanti a un notaio daranno vita all'organizzazione più importante e, storicamente, più attiva sul territorio nazionale per la difesa di chi, in quel momento, non aveva nulla: non aveva assistenza, non aveva futuro, non aveva speranze, non aveva organizzazione. Ed ecco allora i primi passi, proprio in questa direzione: bisogna darsi un’organizzazione! È quello che viene fatto nello spazio di un tempo che oggi sembra a noi lontanissimo, una intuizione che per loro si tradusse immediatamente in una serie di incontri, di avvenimenti, di congressi, in una parola “il riconoscimento di esserci”: l’ANMIC non è più una realtà stilata asetticamente sulla carta di un notaio, ma l'organizzazione dei disabili che fino a quel momento nessuno aveva visto, o forse non avevo voluto vedere. E' vero: tutti eravamo poveri, ma qualcuno lo era più di altri, qualcuno che non aveva più neanche il corpo né lo spirito integri per poter lottare, qualcuno che, se non fosse stato organizzato, sarebbe rimasto solo ed in balia di un Paese ancor troppo occupato a guardarsi indietro. Furono uomini eccezionali perché ebbero la forza di non " piangersi addosso" come avrebbero fatto tanti altri. E furono ancor più eccezionali perché da tutto ciò non trassero nessun giovamento personale, nessun tornaconto. Lo spirito era quello di servire chi, dalla vita, aveva avuto meno degli altri e questo è lo stesso spirito che, a distanza di 60 anni, ci anima ancor oggi e ci distingue dalle mille organizzazioni che poi sono seguite. La neonata Associazione si diede una organizzazione capillare e territorialmente presente un pò ovunque ed oggi, a distanza di tempo, sono certo di poter affermare che quella della capillarità organizzativa è una delle caratteristiche fondamentali che rendono l'ANMIC ancora vicina ai bisogni ed alle necessità dei suoi associati. L'organizzazione crebbe a dismisura così come il Paese a quel tempo; l'Italia viveva gli anni del boom economico ed il benessere che fino ad allora era di pochi iniziò a farsi sentire sulla quella classe medio borghese che costituisce ancor oggi l'ossatura del Paese. L'ANMIC passò così dal "chi siamo" al "cosa vogliamo" ed ecco allora che iniziano, per noi come per il resto del Paese, gli anni delle rivendicazioni e delle battaglie. La prima, la seconda e poi la terza marcia del dolore, come se di dolore non ne avessimo avuto abbastanza. Il movimento degli invalidi crebbe ed iniziò ad avere la consapevolezza della propria forza e la certezza di essere nel giusto: non erano battaglie di retroguardia ma rivendicazioni corrette, richieste giuste e giustificate dalla troppa inerzia vissuta fino ad allora da una politica ancor troppo distratta e disattenta ai bisogni di cittadini che fino ad allora erano considerati di serie B. E dopo aver tanto "marciato", i primi grandi traguardi, le prime storiche conquiste. Il paese si accorge che esiste chi non vuole solo il televisore o il frigorifero: vuole essere riconosciuto cittadino come gli altri, un uomo tra gli uomini, con tutti i diritti ed i doveri derivanti dal semplice fatto di essere uomo, donna, bambino. Dalla pietà al pieno diritto di cittadinanza, dalla commiserazione al riconoscimento di essere un uomo come tutti e dunque con tutti i suoi bisogni e le sue legittime aspirazioni: il lavoro, l'autonomia, la dignità. Ed ancora grandi battaglie, grandi sacrifici, grandi vittorie. Tutto quello che i disabili hanno oggi lo debbono a coloro che si sono inginocchiati sulle piazze e che hanno dato il loro sangue per il miglioramento di tutti, che hanno sfilato su viali gremiti e sotto piogge incessanti per dire al mondo "questo è quello che vogliamo, questo ci spetta di diritto: non ci muoveremo da qui fino a quando non lo otterremo". Ed abbiamo sempre ottenuto, forti delle nostre corrette richieste, quello che volevamo e che ci derivava dalla forza delle idee e dalla caparbietà di chi le portava avanti: Lambrilli, Pagano, Pietrella, Quaranta, Bravaccini, Negrini, Mons. Cecchetti, gente che ha fatto la storia di questo Paese, gente alla quale tutto il mondo della disabilità deve tutto ciò che, nel tempo, ha faticosamente ottenuto. Poi gli anni del consolidamento, spesso battaglie per "mantenere più che per ottenere". Sembrerebbero battaglie di retroguardia ma non sono così perché non sempre è facile mantenere ciò che si è conquistato. E se oggi possiamo spegnere 60 candeline è perché sulla torta dell'ANMIC non ci sono solo glorie, ma lotte, sacrifici, vessazioni, battaglie di ogni genere. Per me è dunque un momento particolarmente importante e credo sia per tutti coloro che hanno voluto bene a questa Associazione alla quale molti hanno dedicato la loro stessa vita. Ma il pugile che ha combattuto un buon round, sa bene che l'incontro non è finito e che, se non vuole rischiare, deve rimettersi in piedi con la stessa grinta del round precedente e dare battaglia fino alla fine. Quello che ci aspetta non è un momento facile e tutti ne siamo perfettamente consapevoli. La crisi del welfare, il ripensamento dello Stato sociale, le risorse da gestire con oculatezza e spesso parsimonia, le difficoltà emergenti dal mondo del lavoro, un semplicistico egoismo latente ed una politica spesso distratta da battibecchi da cortile: nulla ci fa pensare che il domani sia facile. Ma l'ANMIC che vorrei è quella che guarda a domani con la stessa indomita fierezza dei nostri padri, di coloro che non si sono piegati davanti a una guerra  ma hanno saputo uscirne a testa alta consapevoli della durezza ma anche del grande destino che li avrebbe attesi. Ora è il momento delle strategie del futuro, dei grandi temi ai quali dovremo abituarci e che dovremo affrontare: il "dopo di noi", l'inclusione scolastica, senza tralasciare quei temi che non sono propri solo del mondo dei disabili ma comuni a tutti noi: una particolare attenzione al mondo del lavoro; consapevoli che dove non c'è lavoro non c'è autosufficienza e dove non c'è autosufficienza non c'è dignità; un costante monitoraggio rivolto ad un mondo accessibile a tutti, dove l'abbattimento delle barriere sia mentale ancor prima che architettonico, dove il poter lavorare, andare al cinema prendendo un autobus o uscire da un supermercato sia possibile a tutti e non si debba avere la mortificazione del "chiedere", l'umiliazione di chi ci vuol per forza far sentire disabili. Siamo fieri delle nostre disabilità: sono gli altri che debbono vergognarsi di farcele sentire. Voglio guardare al futuro con la certezza di avervi al mio fianco perché non voglio deludervi: deluderei me stesso e questa è l'ultima cosa che non potrei perdonarmi.