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Due semplici date – 1956-2016 - e, nel mezzo, una lunga storia fatta di uomini e di idee che hanno progressivamente cambiato la coscienza civile del nostro Paese. Sono già passati 60 anni dalla nascita della ANMIC, la maggiore e più rappresentativa associazione italiana della disabilità. Pioniera nella costruzione del Welfare e dei diritti di cittadinanza degli invalidi civili, l’Associazione ha festeggiato lo scorso 14 aprile a Roma il suo importante anniversario con una cerimonia solenne che si è svolta a Palazzo Montecitorio, nella Sala della Regina della Camera dei Deputati.

L’evento ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica ed è stato inoltre realizzato con il patrocinio del Consiglio dei Ministri. Un prestigioso riconoscimento, dunque, alla ANMIC e al suo ruolo di protagonista della società civile e di interlocutore nel confronto e nel dialogo con le Istituzioni che, nel corso degli anni, ha portato il mondo della disabilità dalla sostanziale “invisibilità” alla piena partecipazione. Un percorso collettivo, tuttavia, niente affatto facile ma lungo e tortuoso, fatto di grandi e piccole battaglie giornaliere contro la discriminazione.

Nell’occasione dei suoi 60 anni questa storia parallela, dei disabili e del Paese, è stata perciò ricostruita per immagini, grazie alla presentazione di un libro fotografico e di un filmato che narrano appunto le tappe più significative di questo comune percorso sociale, iniziato nel lontano 1956.

Fondata da Alvido Lambrilli nell’Italia povera della ricostruzione economica e morale del dopoguerra, la ANMIC – grazie alle sue innovative rivendicazioni, dalle storiche “Marce del dolore” dei disabili (privi allora di ogni forma di tutela sanitaria o previdenziale) alle grandi manifestazioni di piazza degli anni 60 e 70 – contribuì a conquistare tutta la normativa oggi vigente in materia di disabilità. L’associazione che riunì per la prima volta gli invalidi aprì in tal modo la strada al superamento dei pregiudizi contro i cittadini più fragili e indifesi, all’epoca ignorati ancora dalle leggi dello Stato e spesso costretti alla carità nelle strade.

Una fase dunque cruciale della storia del nostro Paese che in questa cerimonia – alla presenza di autorità e ospiti istituzionali - l’Associazione ha inteso rievocare con scopo preciso, come spiegato in apertura il Presidente nazionale Nazaro Pagano. “Questa giornata non vuole limitarsi a celebrare il passato, ma intende piuttosto guardare avanti, tramandando però alle future generazioni la conoscenza di una pagina sconosciuta dell’evoluzione del nostro paese. Preservare infatti la memoria ci permette di comprendere come sia stato importante l’affermarsi di un senso collettivo di solidarietà che permise di costruire in quegli anni non solo nuova dignità e pari opportunità per i cittadini disabili, ma anche un Welfare pubblico che ha significato maggiori diritti per tutti. Ora, come ANMIC, chiediamo invece il rilancio di politiche complessive a tutela della disabilità, che sono ormai spesso frammentarie, dimenticate o disattese”.

Gli interventi del Ministero della salute Lorenzin e del Ministro del lavoro Poletti.

Di particolare interesse, in tali occasioni, sono stati dunque gli impegni assunti dai due rappresentanti istituzionali che hanno partecipato alle celebrazioni. Interventi che hanno riguardato proprio la richiesta di adeguamento dell’attuale normativa per la disabilità.

“ La vostra associazione – ha dichiaro il ministro Giuliano Poletti a conclusione della proiezione del filmato - ha ottenuto grandi risultati nell’avanzamento legislativo. Questi sessant’anni sono un traguardo importante ma rappresentano per voi, come per noi del Governo, anche una sfida: cioè quella di comprendere e interpretare negli anni a venire i grandi cambiamenti e le evoluzioni tecnologiche, per stare al passo con le nuove condizioni di disagio.”

“Dopo il Jobs act – ha proposto Poletti - il nostro Paese ha ora bisogno di un Social act. Dobbiamo cioè costruire un disegno assistenziale unitario sul versante della salute e del sociale, un percorso complessivo, che stiamo cercando di preparare con riforme come quella del Terzo settore o sul ‘Dopo di noi’. Attraverso tali strumenti vorremmo in futuro promuovere più opportunità per tutti”.

Accanto a Poletti, a rendere omaggio all’associazione, è intervenuta poi la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin, con una sua proposta concreta: “I fondi destinati al sociale andrebbero vincolati, come è stato fatto per quelli destinati alla salute. In modo che non vengano distolti per altre esigenze delle Regioni”. Lorenzin ha quindi sottolineato come il ”secondo Patto per la Salute, che speriamo di fare il prossimo anno, deve essere puntato sulla continuità dell’assistenza socio-sanitaria, perché l’assistenza non deve passare solo dagli ospedali, altrimenti il sistema salta”.

Durante la cerimonia presso la Sala della Regina, coordinata dal giornalista televisivo Franzo Di Mare, l’Associazione ha poi donato 3 defribillatori da destinare alle scuole, consegnandoli simbolicamente alla rappresentante del MIUR, dott.ssa De Pasquale. Al termine della mattinata la ANMIC ha infine inteso ricordare anche i numerosi protagonisti di ieri e di oggi della propria storia associativa consegnando loro, o a loro familiari, targhe ricordo e medaglie celebrative.

La Conferenza Stampa di presentazione

La presentazione del 60° anniversario ANMIC si è svolta a Roma, lo scorso 12 aprile, presso l’hotel Nazionale in piazza Montecitorio. Nel corso di una conferenza stampa il Presidente Nazionale Nazaro Pagano ha anzitutto illustrato, fra le iniziative, l’istituzione dell’Ufficio nazionale ANMIC per la rimozione della discriminazione delle persone con disabilità.

Lo sportello di ascolto e informazione che fornirà anche assistenza legale nei giudizi attivati per contrastare comportamenti o atti discrimantori. “La normativa oggi da sola non basta più – ha sottolineato Pagano – occorre che l’attuazione delle leggi a tutela della parità di trattamento diventino davvero anche patrimonio culturale condiviso”.